«Io sono un consulente ‘indipendente’. Indipendente!
Un professionista che ‘non dipende’ da nulla e da nessuno, salvo che dal pieno appagamento delle legittime, concrete e sostenibili aspettative di un cliente. In tale contesto: in cui non faccio ‘raccolta’, non opero su conti di terzi, non ‘vendo’ prodotti finanziari (in esclusiva o non), senza nessun conflitto di interesse; in un ambiente professionale in cui - le mie soluzioni - sono ‘indipendenti’ anche dal mercato finanziario, a cui vi sovrappongo il settore beni rifugio, arte, investimenti alternativi e di lusso, mi chiedo: alla luce di tutto ciò, cosa c'entra la mia indipendenza con il neonascituro (???) albo trivalente?»
(Da: “La coscienza di un consulente” cioè la mia!)
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