giovedì 2 maggio 2013

«Ciclicamente parlando: i “tabù” dell'economia spiegati in poche parole»

Cos'è un ciclo economico? Quanto dura? Come lo si riconosce? Qual'è la sua portata? Da cosa è determinato? Perché?.. Tutte queste domande rappresentano “l'ABC” che, in ogni economia sana, efficiente e trasparente, dovrebbero trovare facile risposta. Ma non sempre è così.

Sicché, proverò a “sanare” il gap informativo, facendolo-come sempre - nella maniera più semplice possibile. Dunque... cos'è un ciclo economico?
Consiste in un susseguirsi di fasi alterne di espansione e di contrazione dell'attività economica di un Paese; tali fasi sono evidenziate da riferimenti quali: il prodotto nazionale o la produzione industriale o l'occupazione. 
Lo studio del ciclo economico poggia su dati statistici in relazione ai quali gli economisti hanno potuto rilevare che a periodi di espansione seguono periodi di depressione che, talvolta, durano anche decine di anni.
I dati accumulati consentono di individuare diversi tipi di ciclo che, però, si sovrappongono complicando il lavoro di ricerca degli studiosi.
DIVERSI TIPI DI CICLO:
1) cicli brevi (o di Kitchin) durano dai 2 ai 4 anni e sono causati soprattutto dalle variazioni delle scorte presso le imprese;
2) cicli propriamente detti (o di Juglar) durano dai 4 ai 10 anni e comprendono diverse fasi;
3) cicli lunghi (o di Kondratief) durano 50-60 anni e condizionano i cicli più brevi che si verificano durante il loro periodo. Lo studio delle fluttuazioni richiede che (in via preliminare) vengano eliminati i fattori di disturbo costituiti da fatti accidentali e da movimenti stagionali (quelli che hanno durata breve). Si pensi ai turisti che affollano i luoghi di vacanza in estate è possibile, con opportuni strumenti statistici, eliminare l'incidenza stagionale ed ottenere il dato destagionalizzato che consente di conoscere l'andamento reale del fenomeno.

LE ONDE LUNGHE DI KONDRATIEFF:  - l'economista russo Nikolai Kondratieff (1892-1930), nella sua opera, riconobbe al capitalismo una stabilità di lungo periodo, in contrasto con le tesi comuni­ste secondo cui il capitalismo era destinato a crollare sotto i colpi della rivo­luzione proletaria. Fu perciò arrestato e deportato in Siberia nel 1930, con l'accusa di attività antistatali. Egli individuò tre cicli che chiamò onde lun­ghe, ma il suo studio si interrompe nel 1925;

LA TEORIA DI SCHUMPTER: - parte dall'analisi di Kondratieff e individua nelle innovazioni tecnologiche la causa principale delle fluttuazioni di lungo periodo l'economista austriaco afferma che le innovazioni non si distribuiscono in modo uniforme nel tem­po ma sono introdotte a grappoli, nel senso che tendono a concentrarsi in determinati periodi. Quando i nuovi beni, prodotti grazie alle innovazioni, saturano il mercato, le imprese diminuiscono gli investimenti (perché diminuiscono le prospettive di profitto) e allora inizia la fase recessiva del ciclo che si concluderà solo con l'introduzione di altre innovazioni. Schumpter individua quattro onde lunghe:
I° ciclo - legato all'introduzione della macchina a vapore;
II° ciclo - legato allo sviluppo delle ferrovie;
III° ciclo - legato all'elettricità e all'industria chimica;
IV° ciclo - legato all'introduzione dell'automobile.

LE FASI DEL CICLO ECONOMICO sono quattro:
1) espansione-caratterizzata da un rilevante aumento degli investimenti: i maggiori investimenti si traducono in una crescita più che proporzionale del reddito (azione del moltiplicatore) tale crescita determina ulteriori aumenti degli investimenti la domanda dei beni aumenta, le imprese realizzano maggiori profitti, la disoccupazione diminuisce la più elevata domanda fa aumentare i prezzi e se le spinte sui prezzi sono elevate, le autorità monetarie prendono provvedimenti per contenere l'inflazione ciò determina un calo negli investimenti;
2) crisi-l'espansione non può durare per sempre. Essa può venir meno anche solo per il cessare delle cause che l'hanno determinata. La speculazione di Borsa, anticipa l'inversione della congiuntura; le quotazioni azionarie tendono a diminuire e si diffondono sentimenti di sfiducia fra gli operatori e le banche.
Sentimenti, che nella fase di espansione avevano concesso crediti con facilità, tendono a limitarli e ad elevare i tassi di interesse;
3) depressione-gli elementi di sfiducia si diffondono nel sistema le imprese più deboli scompaiono dal mercato e anche quelle più sane incontrano delle difficoltà la domanda che aveva alimentato la fase di espansione tende ora a contrarsi gli investimenti diminuiscono sempre di più in conseguenza della contrazione della domanda e dei maggiori interessi richiesti dalle banche per concedere finanziamenti le aspettative del pubblico e degli imprenditori si fanno sempre più pessimistiche e, di conseguenza, cadono i corsi azionari la disoccupazione dilaga la situazione può essere ulteriormente aggravata dalla concomitanza di una recessione a livello mondiale;
4) ripresa-anche la contrazione dell'attività economica non può durare all'infinito gli imprenditori si accorgono che la produzione è scesa sotto la possibilità di assorbimento della domanda e, nel sistema, comincia a diffon­dersi qualche segnale di ottimismo la politica monetaria espansiva, even­tualmente adottata dalle autorità, favorisce la ripresa. Nella realtà i cicli economici non presentano un andamento lineare come quello descritto: può accadere che durante una fase di depressione vi sia un parziale recupero che, però, non determina un'inversione di tendenza così come può accadere che durante una fase di espansione vi siano delle cadute seguite da un rapido recupero inoltre, la durata dei cicli è variabile.

CONOSCENZA DEI TERMINI
Ogni giorno siamo letteralmente bombardati da termini tecnici e parole di chiaro stampo economico e di cui, forse, ignoriamo il significato. Perciò... affrontiamo assieme anche questo aspetto. I termini economici, che più ricorrono, sono:
a) ciclo, deriva da una parola greca che vuol dire cerchio fa riferimento al fatto che lo sviluppo economico di un Paese non è lineare ma passa attraverso fasi con caratteristiche ricorrenti;
b) trend,vuol dire tendenza ed è solitamente raffigurata come una retta con andamento crescente ad indicare il progressivo sviluppo delle economie industrializzate;
c) congiuntura, indica il punto del ciclo in cui il sistema si trova in un certo momento si parla di congiuntura favorevole nelle fasi di espansione e di congiuntura sfavorevole nelle fasi di depressione e recessione;
d) ristagno, indica una situazione negativa che dura a lungo nel tempo con un sistema economico incapace di trovare la via della ripresa: è questa la fase di depressione vera e propria;
e) recessione, è un netto rallentamento del tasso di crescita in prossimità del punto di svolta superiore.

Le successive due infografiche, sintetizzano in modo “elementare”, tutti i concetti espressi in questo documento:





FILOSOFIE DEL CICLO ECONOMICO:
Le cause delle fluttuazioni cicliche sono spiegate in diversi modi; storica­mente sono individuati tre scuole di pensiero:
1) spiegazioni esogene, fanno riferimento a fattori esterni al sistema economico fino alla grande crisi del 1929, gli economisti erano convinti che il sistema fosse in una costante condizione di piena occupazione qualora si fossero verificate deviazioni, queste sarebbero state corrette da meccanismi automatici. La convinzione di una sostanziale stabilità nello sviluppo dell'economia ha spinto gli studiosi neoclassici a ricercare le cause scatenan­ti del ciclo al di fuori del sistema economico: queste sono le spiegazioni esogene del ciclo. Tra le teorie esogene si ricorda:
- la teoria delle macchie solari (Jevons) - la causa delle perturbazioni va ricercata nelle macchie solari che provocano “una periodica variazione cli­matica che interessa tutte le parti del mondo”;
- la teoria delle cause psicologiche, fa riferimento alla psicologia e, in particolare, alle ricorrenti ondate di ottimismo e pessimismo l'eccesso di ot­timismo non consente di valutare correttamente le possibilità di sviluppo del sistema e causa, facilmente, la fase depressiva.
2) spiegazioni endogene, si riferiscono a fattori interni al sistema econo­mico; tra esse la più nota è la teoria dei cicli dei re-investimenti l'origine dei cicli sta nel fatto che i capitali investiti possono originare un addensamento dei rimpiazzi in certi periodi, mentre in altri periodi il ritmo delle sostituzio­ni può essere meno intenso questa alternanza tra periodi di intensa attività e periodi in cui i rinnovi sono scarsi spiega il ciclo economico. Questa teoria non è, da sola, in grado di spiegare il ciclo economico anche perché è smen­tita dal dato statistico secondo cui i rimpiazzi tendono a distribuirsi nel tem­po in modo omogeneo;
3) Spiegazioni endogene/esogene, secondo cui i cicli risultano dalla combinazione di fattori interni ed esterni al sistema; sono queste le teorie, oggi, maggiormente seguite; ricordiamo le seguenti:
- teorie monetarie - il ciclo dipende da errori di politica monetaria. Secondo la scuola monetarista, responsabile della grande crisi del 29 fu la politica restrittiva della banca centrale americana che, riducendo la quantità di moneta, provocò fallimenti a catena;
- teorie del sottoconsumo - il ciclo dipende dall'insufficienza della domanda, causata dall'ineguale distribuzione del reddito i lavoratori percepiscono salari che aumentano meno del reddito globale per cui la domanda è insufficiente ad assicurare uno sbocco alla produzione;
- teorie della sovra capitalizzazione - il ciclo è originato dalle fluttuazioni degli investimenti quando aumentano gli investimenti aumentano anche i consumi, infatti si dà origine ad un processo cumulativo che si trasmette a tutto il mercato dando luogo all'espansione. Quando nel mercato i prodotti saranno sovrabbondanti, i prezzi scenderanno e diminuirà la produzione dando inizio alla fase depressiva;
- teoria marxiana delle crisi - nella fase di espansione dell'economia aumentano l'occupazione e i salari con riduzione dei profitti diminuiscono, così, investimenti, occupazione e salari. Ma i bassi salari sono all'origine della ripresa in quanto inducono gli imprenditori a investire;
- teorie reali - tra queste ricordiamo il modello di Samuelson-Hicks, secondo cui il ciclo è determinato dall'azione combinata del moltiplicatore e dell'acceleratore l'aumento della capacità produttiva genera l'aumento del reddito che, a sua volta, provoca un aumento degli investimenti. Questa è la fase ascendente del ciclo, ma l'espansione non può durare all'infinito: al crescere del reddito l'incremento della domanda di consumo si ridurrà per effetto del declino della propensione al consumo e si avrà una caduta degli investimenti che aprirà la fase discendente del ciclo.

LA POLITICA ANTICICLICA:
Si identifica dall'insieme degli interventi pubblici attuati allo scopo di attenuare le onde del ciclo si tratta di una politica a breve termine, con l'obiettivo di garantire la piena occupazione. Sono strumenti della politica anticiclica:
- la politica della spesa pubblica che riguarda la manovra delle entrate e delle spese dello Stato;
- la politica monetaria e creditizia che riguarda la quantità totale di credito da concedere alle imprese o, in varia forma, alle famiglie;
- la politica fiscale che riguarda la modulazione del carico tributario sui contribuenti.

Il mio augurio è che, con questo modesto lavoro, sia riuscito a rendervi più gradevole l'assimilazione di concetti notoriamente aridi e/o di “nicchia.” In ogni caso, sarò lieto di replicare alle vostre giuste obiezioni, grazie!

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by Carmine Covino PS Consulting Consulenze in Rete.
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