venerdì 2 ottobre 2015

«Il ‘reale’ valore della consulenza... a ‘rendimento zero’!»

Negli ultimi trent'anni, la differenza di rendimento tra obbligazionario ed azionario, è stata piuttosto modesta: poco più di un punto percentuale. 
Consulenza professionale e informazione finanziaria:
due
'valori' imprescindibili
Tutto questo, naturalmente, ha consentito che la raccolta sul segmento ‘fixed income’ prevalesse sul ‘reddito variabile’. In un tale scenario, l'Italia degli anni '70-'80 e '90, coi suoi BOT, BTP e CCT, ne è un eloquente esempio: cedole con tassi nominale addirittura del 15-17%, in epoca di inflazione galoppante. 
Ma oggi  non è più così, la musica è cambiata, i tassi nominali sono allo zero virgola, ed i rendimenti addirittura negativi: siamo addirittura al paradosso che: “pago per prestare i miei soldi”; è chiaro come il Sole che così non si arriva lontani.
E da qualche settimana - dalla metà di agosto in effetti - non faccio altro che sentire o leggere di clienti, risparmiatori (ma anche operatori non ben qualificati) porre sempre la stessa domanda, sebbene talvolta travestita con altre parole: ‘ma la borsa sale?’; ‘è solo uno storno?’; ‘l'America cresce?’. Mi spiace, non è questo il punto ma un altro: in un particolare momento storico, in cui diventa sempre più difficile e ‘rischioso’ generare valore nel segmento del ‘reddito fisso’, si pone l'ineluttabile questione di un radicale cambio di passo. Reddito fisso o reddito ‘variabile’? Dove ricercare le più alte probabilità di profitto? 
Opportunità "cedolari" a Piazza affari

Be' io non ho dubbi, in verità non li ho mai avuti: sono cresciuto (e sono stato educato) nella convinzione che, l'unica vera alternativa capace di creare valore più o meno razionalmente, fosse il ‘rischio di capitale’, ossia il mercato azionario. Massima espressione dell'economia reale, coi tassi prossimi allo zero e rendimenti quasi negativi, non credo ci sia, obiettivamente, altra scelta: si deve poter pianificare privilegiando l'economia sana, a 360°; i temi d'investimento da selezionare non mancano mai. Puntare sulle eccellenze nel mondo è un buon punto di partenza, tanto per dire. Sempre in un'ottica di diversificazione, sia chiaro. E l'infografica allegata, in tal senso, ci fornisce lo spunto per operare opportune riflessioni: soltanto a ‘Piazza affari’ troviamo almeno 20 società (tra blue chips e mid-cap) con yield (dividendi) di gran lunga superiori alle cedole sui vari debiti sovrani degni di fiducia, BTP compresi, senza considerare le plusvalenze maturate in conto capitale YtD, senza considerare che ci sono titoli (al di là dello yield) con un rapporto P/E di notevole interesse, e quindi con una “elevata probabilità di crescita dei corsi nel tempo”. 
Gli effetti positivi sul "reddito variabile"
nel lungo termine
Esattamente, il tempo: individuare ed assegnare un coerente (col profilo del cliente) orizzonte temporale ad un investimento, è la prima essenziale garanzia per raggiungere un risultato finanziario soddisfacente.
Teniamo anche presente che Milano, come piazza, conta poco più dell'1% a livello globale, poca roba, ma l'ho scelta per semplificare il concetto: al di là della “variabilità dei corsi azionari”, al di là della volatilità sui mercati, con questi tassi - a breve inizierà una fase di rialzi - l'interesse sui ‘titoli di proprietà’ mobiliare si rivelerà, gioco forza, maggiore di quell'1% realizzato nei 6 lustri precedenti. Una tale considerazione (non solo mia peraltro), di per sé, è già un pratico esempio di consulenza. che dite, avrà ‘valore’?


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