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“Ahi
serva Italia, di dolore ostello. Nave senza nocchiero in gran tempesta. Non donna di
provincie ma bordello!”
La frase fa riferimento all'Italia de 1300. "Di dolore ostello", perchè è stata preda di molte oppressioni e conquiste; "Nave senza nocchiero", perchè non vi era un vero e proprio potere centrale dunque era come in una grande tempesta; "Bordello", poichè la sua condizione era paragonabile ad una donna di facili costumi.
Ebbene,
mai frase fu più profetica ed azzeccata per il titolo di questo
articolo, nonché idonea a fare un confronto fra passato e presente.
Difatti, nonostante siano trascorsi oltre settecento anni da quando
Dante la pronunciò, non vi pare che sia cambiato davvero poco? E,
rimanendo in tema di parallelismi,
in relazione alle passate dominazioni avverso quelle moderne,
dovremmo porci almeno due domande iniziali:
- Cosa si nasconde dietro gli attacchi all’Italia e chi ci guadagna?
- Il nostro paese è vittima di una finanza troppo corsara, oppure sta pagando il giusto tributo per decenni di amministrazioni parassitarie e politiche senza crescita?
Tentiamo di individuare dov'è il giusto equilibrio fra realtà e percezione dei fatti, cominciando dal rapporto deficit/PIL. Partendo da questo primo dato, emerge che...
L’Italia
è un paese in crisi economica e con un debito pubblico che pesa per
circa il 120% del PIL. Cionondimeno, ha ancora enormi ricchezze e
tante imprese pubbliche che fanno grossi guadagni, che pagano
generosi dividendi e che sono molto appetibili. Ma c’è un'altra
ricchezza di cui si parla di rado, un'enorme risorsa: l’Italia ha
la quarta riserva di oro al mondo. A tale riguardo, un vecchio
proverbio dice: “A
pensar male si fà peccato ma spesso ci si azzecca”1. Ed
allora mi chiedo: sarà mica che, l’attacco all’Italia, è
finalizzato a “depredarla”
delle sue imprese pubbliche più profittevoli e delle sue ingenti
riserve auree?
Di
sicuro c'è una cosa: l’oro è un bene/valore strategico e lo sarà
sempre di più nel futuro immediato, per cui farà sempre gola. Ma,
sia la questione Oro e sia la questione aziende e/o beni pubblici, la
rinviamo alla seconda parte dell'articolo. Adesso concentriamoci sul
tema specifico, ovvero la fragilità della leadership. E vediamo di
rispondere alla mia provocazione misurandone anche l'ipotetica
minaccia.
Vediamo
se davvero, la mia ipotesi (e
non è solo la mia)
può reggere o è solo il prodotto di un delirio complottisico
o di fanta-economia. Proviamo a leggere anche “fra
le righe”
di tutti gli avvenimenti degli ultimi 12 mesi, e non solo. Proviamo
anche a “reinterpretare”
il vero significato dello spread.
E
dunque, il primo passo da fare è individuare l'eventuale
correlazione fra: passività ed attività dello Stato, politica di
governo centrale ed ingerenze esterne della comunità finanziaria; in
altri termini... l'immagine dell'Italia vista dai governi stranieri e
dagli investitori/agenzie di rating.
Per
avere una visione più completa, occorre fare un salto indietro di un
anno circa; più precisamente, occorre risalire al mese di Maggio del
2011. All'epoca...
L’agenzia
di rating Standard
& Poor’s,
aveva tagliato la prospettiva italiana da stabile a negativa, con la
motivazione che: “Il
potenziale ingorgo politico poteva contribuire ad un rilassamento
nella gestione del debito pubblico, da cui ne conseguiva un impegno
incerto nelle riforme a sostegno della produttività”,
testuali parole dichiarate, dalla nota agenzia, alla comunità
finanziaria. Quindi, per S&P’s,
diminuiscono le prospettive dell’Italia per ridurre il debito
pubblico. E tutto ciò, ovviamente, deprime la “ripresina
economica”2
E
come un fulmine a ciel sereno, dopo Standard
& Poor’s,
anche Moody’s
inizia il pressing contro l’Italia, annunciando che “Il
rating italiano Aa2, è sotto osservazione e potrebbe essere
ulteriormente ridotto”.
Le motivazioni, ovviamente sono le solite: “Le
debolezze strutturali dell’Italia, la crescita degli interessi,
l’incapacità di tenere sotto controllo i conti pubblici e quindi
il debito pubblico”.
La solita filastrocca già raccontata, che ha più il sapore di un
ultimatum,
pittosto che di un voto
tecnico.
Ma teniamo conto che siamo appena all'inizio. Infatti...
Dopo
appena due mesi dalla “minaccia”
di downgrade, l’attacco all’Italia si concretizza. Inizia il
crollo della borsa, aumentano gli interessi sul debito pubblico
Italiano. Dunque, viene presentata una proposta di manovra dal
Governo basata sull’inasprimento di bolli e di balzelli sui titoli
di stato, scelta che, peraltro, potrebbe far allontanare gli
investitori da questi titoli sul nostro debito, con l'effetto di far
aumentare ulteriormente gli interessi passivi. Conseguenza:
successivamente tale manovra sarà ritirata.
E
non è tutto... nella sola giornata del’11 Luglio i nostri BTP a
due anni crollano del 19,88%, passando da 3,53% a 4,203%; negli
ultimi giorni recuperano un po', ma siamo sempre a livelli che
triplicano quasi i tassi dell’Aprile del 2010. Poco più di un anno
prima, infatti, il 16 aprile 2010, i bond a 2 anni rendevano appena
l'1,27%. Praticamente, quasi tre volte il rendimento del 2010; il
230%
in più. Altro che titoli azionari o derivati; bond più volatili dei
Futures!
E, da Settembre in poi, lo “spread”
coi titoli decennali tedeschi s'impenna.
Detto
questo, proviamo a farci un altro po' di domande scomode, quelle a
cui nessuno, in TV o sui giornali, vorrebbe rispondere. Anzi lo farò
io, sulla base del mio spirito critico e d'osservazione. Le ulteriori
domande potrebbero essere:
1)
Perchè attaccare l'Italia?
Il
Financial Times, in un articolo del 10 Luglio 2011 titolava: “Gli
hedge fund Usa scommettono contro i bond italiani”.
Fase 1: attacco mediatico
In
realtà già da anni, i giornali anglo-americani ed in particolare
gli organi ufficiali del capitalismo come il “The
Economist”
o il “Financial
Times”,
fanno il pressing
all’Italia. Si scagliano anche contro Silvio Berlusconi, massimo
rappresentante del capitalismo italiano, praticamente da 17 anni alla
guida del paese, alternandosi con i rappresentanti del liberismo del
centro-sinistra (Ciampi,
Dini, Amato, Prodi e D'Alema).
Per questa ragione, ultimamente abbiamo assistito a continui viaggi
in Usa di politici italiani, alleati (oggi
ex)
ed avversari di Berlusconi. Ma chi si è recato in pellegrinaggio
negli USA oltre al Cavaliere? Ebbene, negli USA si sono recati il suo
ex alleato, Gianfranco Fini, e Massimo D’Alema, rappresentante del
partito anglo-statunitense in Italia, di cui la fedeltà al liberismo
è ben provata fin dall’epoca dei bombardamenti della ex
Jugoslavia, quando era capo del governo italiano.
Qual'è
l'identikit dei detrattori del Cavaliere e della nostra nazione?
I
neo moralisti e puritani nostrani, che hanno attaccato Berlusconi per
via degli scandali sessuali e che poi si sostituiranno alla guida del
paese, sono i rappresentanti di Goldman
Sachs,
della BCE,
del FMI,
del partito dei globalisti e degli anglo-statunitensi. Gli stessi
che, continuamente, attaccano l’Italia;
2)
Perchè i continui attacchi anglosassoni al Cavaliere ed all’Italia?
Berlusconi
certamente non è attaccato per i suoi scandali sessuali! E’ da
ingenui credere una cosa del genere. Ma vediamo bene questo passaggio
politico.
Berlusconi,
da quando è al governo, fra una orgia e l’altra non ha avuto il
tempo di continuare con la svendita del patrimonio italiano,
occupandosi esclusivamente degli affari suoi, ovvero di come
risolvere i propri problema giudiziari. Ai globalizzatori ha concesso
poco, certamente molto meno di chi lo ha preceduto e quindi è
normale che sia attaccato. Berlusconi, però dovrebbe comuqnue essere
ringraziato dai globalizzatori anglo-americani.
Già,
perchè con la sua política ha contribuito non poco ad incrementare
il debito pubblico italiano, dando quindi una grossa mano ai
globalizzatori che, sulla base del forte debito pubblico, lasciato in
eredità anche da Berlusconi, potranno chiedere a gran voce che si
proceda con la massima urgenza alla privatizzazione di tutto quanto è
possibile svendere.
Ricordiamo
che Berlusconi, la prima volta che arriva al Governo era stato
preceduto da Carlo Azeglio Ciampi, e questi poco dopo essere
diventato capo del governo, il 30 giugno del 1993 nomina un Comitato
di consulenza per le privatizzazioni, presieduto da Mario Draghi,
uomo Goldman Sachs, non a caso, oggi, arrivato alla presidenza della
BCE.
Ciampi
aveva proseguito la svendita del patrimonio italiano iniziata dal
socialista Giuliano Amato, braccio destro di Craxi (inspiegabile
miracolato dai giudici che provvidero a far piazza pulita della
classe politrica italiana di allora)
e dal “lottizzatore”
democristiano Romano Prodi. Prodi venne così definito, per il suo
comportamento quando era presidente dell’IRI, da Franco Bechis in
un articolo pubblicato su Milano Finanza: “Prodi, all’Iri:
<<lottizzò
come un democristiano>>“.
A
tutti è chiaro che, il signor Berlusconi, è sceso in política per
risolvere esclusivamente i suoi problemi. E, nel pensare troppo agli
affari suoi, ha finito per frapporsi agli interessi delle grandi
multinazionali, della globalizzazione, dei fautori di progetti vuoti
come il “Nabucco”.
Il
Cavaliere sa bene che le necessità energetiche (primariamente
quelle sue e poi, indirettamente quelle degli italiani)
non possono essere coperte dai globalisti, dagli anglo-statunitensi.
E, con la sua adesione al progetto di oleodotto South
Stream,
che si contrappone all’oleodotto “Nabucco”
(di
interesse anglo-statunitense), ha
finito per inimicarsi gli USA che evidentemente hanno deciso di
scaricarlo, liberandosi di lui quanto prima. Ormai è considerato un
ostacolo a disegni economici ben più grandi. Inutile nasconderselo:
petrolio, energia e “Big-Pharma”
sono da considerarsi, a tutti gli effetti, i tre pilastri su cui
adesso l'economia si sviluppa. Guerre a parte, s'intende!
In
effetti, a ben pensarci... se non fossi assolutamente certo di vivere
fuori della trama di un romanzo, ma nella triste realtà che farà da
sfondo ad un radicale cambiamento (spero
meno tragico di quello atteso)
socio-economico, penserei di trovarmi nel bel mezzo di un complotto
ordito dal famigerato “Circolo
Matarese”,
quell'élite tanto cara all'ottimo giallista Robert Ludlum. Che Dio
l'abbia in gloria!
L'articolo
proseguirà nella II^ parte
Note a margine:
1Espressione
verbale popolare, sovente riconducibile alla sagacia politica del
Senatore a vita: On. Giulio Andreotti
2“Ripresina”:
Battuta presa in prestito dal noto comico Beppe Grillo, in un suo
memorabile show alla RAI del '93
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